
a cura di Domenico Amicuzi, membro del Comitato Etico di Ener2Crowd.
Nel ragionare secondo etica, non si può fare a meno di storcere il naso di fronte al mercato immobiliare, soprattutto quando si parla di investimento sostenibile o green.
Se da un lato è forte la spinta alla certificazione, dall’altro si antepone un aumento di valore dell’immobile spacciandolo per sostenibilità ambientale. A rimetterci sono tutti coloro che non possono accedere a un finanziamento anche solo per comprare la prima casa.
Il diritto alla casa
«Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà» si legge all’art.25 della dichiarazione Onu.
In Italia, invece, la Costituzione recita all’art.47: «La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese».
Già da qui nasce una prima differenza. Dove l’Onu parla di abitazione, l’Italia parla di possibilità di risparmiare per potersi permettere una casa. La differenza si annulla quando si fa i conti con la realtà.
Il diritto alla casa viene leso in tanti modi. L’edilizia per le case popolari che arretra, l’impossibilità di accesso al credito senza un continuativo e anacronistico posto fisso, le referenze richieste anche per una casa in affitto.
Cosa rende un immobile davvero sostenibile
La sostenibilità, soprattutto ambientale, è un paradigma imprescindibile per chi investe nell’immobiliare. Oggi è possibile risparmiare sui consumi migliorando la classe energetica di un immobile e – per diverso tempo – incentivi come il Superbonus hanno reso questa opportunità appetibile anche per chi aveva una sola casa di proprietà e voleva ridurre le bollette.
Oggi, invece, rendere sostenibile un immobile è un investimento che consente di ottenere un guadagno per l’ambiente, ma anche per l’Uomo. Infatti, se l’ambiente ringrazia per via dei minori consumi, corrispondenti a un minor impatto ambientale e a minori emissioni, dall’altro l’immobile sale di valore.
In più, la stringente normativa europea in essere, assolutamente buona e giusta per garantire un futuro alle giovani generazioni, spinge in questa direzione, assicurando quindi immobili più performanti e con minori emissioni.
La domanda sorge spontanea: per chi? Cosa rende un immobile davvero sostenibile? Per scoprirlo, si devono prendere come riferimento i cardini della sostenibilità ambientale in chiave economica.
Sostenibilità ambientale
La sostenibilità ambientale indica tutte quelle azioni che rendono l’immobile sostenibile per l’ambiente, a cominciare dalla sua costruzione.
- La bioedilizia consente di utilizzare i materiali di recupero dalle campagne e non solo per realizzare materiali di costruzione sostenibili. Addio al cemento, benvenuti agli scarti dalla lavorazione agricola o dall’allevamento.
- L’abbattimento dei consumi, attraverso soluzioni come l’isolamento termico e impianti tecnologicamente avanzati. Un impianto realizzato nel 2023 è più efficiente di uno realizzato nel 1960.
- L’utilizzo delle fonti rinnovabili – fotovoltaico ed eolico su tutti – per garantire l’approvvigionamento energetico in un Paese che gode del sole per gran parte dell’anno e del vento nelle zone costiere.
Sostenibilità economica
La sostenibilità economica è alla base delle precedenti. Senza di essa, sarebbe impossibile riuscire nelle altre. Il progetto, qualunque esso sia, deve essere economicamente sostenibile, cioè si deve avere la possibilità di affrontarlo.
Quali sono i fattori che rendono un progetto sostenibile economicamente nel panorama immobiliare?
- Un’analisi del mercato immobiliare. Scoprire le tendenze di ricerca nel mercato immobiliare è una bussola. Serve a capire come muoversi e quali sono le tipologie di immobili più cercati sul mercato e che possono garantire un buon rendimento.
- La visione di diverse tipologie di immobili. Visionare più immobili consente di farsi un’idea della situazione e di valutarne l’effettivo ritorno dell’investimento. Sebbene le zone centrali siano più appetibili, spesso non si pensa come un immobile di periferia invece riesca a rispondere alle esigenze nate dopo la pandemia.
- Creare un budget per la sostenibilità. Dato che oltre l’80% degli immobili italiani è di classe energetica E, potrebbe essere molto utile definire un budget per dei lavori di ristrutturazione.
- Verificare la presenza di bandi. Comuni, Regioni e altri enti possono pubblicare dei bandi a fondo perduto o con interessi fuori mercato (perché bassi) al fine di consentire il ripopolamento delle zone rurali, oppure una riqualificazione generale di alcuni quartieri. L’esempio delle case a 1 euro è calzante in questo senso.
- Accertarsi se ci sono già immobili in costruzione o già in essere. Dato che costruire da zero ha un costo – anche in termini di consumo del suolo – è bene verificare che non ci siano immobili vuoti già disponibili e prediligere l’investimento in un immobile già esistente, magari da ristrutturare, piuttosto che occupare un asset “green field”.